Diversi mesi orsono alcuni quotidiani riportarono la notizia di “cinture di castità elettroniche hackerate per chiedere un riscatto”. Ne parlarono addirittura testate come Il Corriere della Sera (https://www.corriere.it/esteri/20_ottobre_07/c-falla-sicurezza-cinture-castita-maschili-0855cac8-0897-11eb-ab0e-c425b38361b4.shtml) e Il Fatto Quotidiano (https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/12/cinture-di-castita-elettroniche-hackerate-per-chiedere-un-riscatto-il-tuo-co-e-mio/6062816/).
E così è emerso un sottobosco, ai più sconosciuto, di una pratica diffusissima anche in Italia: l’uso di oggetti di contenimento sessuale.
Il nuovo singolo dei BardoMagno.
Nel frattempo, domenica 14 febbraio 2021, la folk-metal band Bardomagno ha pubblicato il singolo “La cintura di castità” (https://youtu.be/65J0U0hMoiA). Ecco il testo della canzone:
Protegge dalle intemperie
purifica le malattie
a prova di usucapione
del saracin’ burlone
in un mondo di bonobi
tocca munirsi di giusti rimedi
pe’ contrastar li pelvici assedi.
La cintura di castità
la tua dama lieta sarà
fino al tu’ ritorno pura e casta resterà
la cintura di castità
in campagna ed in città
l’antifurto delle sue grazie mentre a zonzo sei.
E a san valentino
ah ah
la cosa più pulchra
ah ah
uno dono d’amore
ma che preservi lo pudore
è la mutanda d’acciaio.
Difende dalle scorrerie
e smacchia dalle eresie
a prova di scontrino
dеll’idraulico barbino
in un mondo di postini
tocca munirsi di giusti orpelli
per evitar inattesi bambinelli.
La cintura di castità
la tua dama lieta sarà
fino al tu’ ritorno pura e casta resterà
la cintura di castità
ve n’è una per ogne età
l’antitrust delle corna mentre a laboro sei.
Senza chiavistello
ah ah
repelle lo augello
ah ah
antiscippo, antiscasso e financo anti spasso
è la mutanda d’acciaio.
La monda dall’epidemie
la preserva dalle ladrerie
a prova di “è solo un amico
quel morisco gran fico”
in un mondo di tranelli
tocca munirsi di ferrei gioielli
per evitar domestici duelli.
La cintura di castità
la tua dama lieta sarà
fino al tu’ ritorno pura e casta resterà
la cintura di castità
in campagna ed in città
l’antifurto sanza palle mentre a pugnare sei.
Un bel cinturino
ah ah
con il lucchettone
ah ah
prìa de partire e in terra santa poi sparire
è la mutanda d’acciaio.
La leggenda dei crociati “gelosi”.
Ciò di cui gogliardicamente parla la canzone è un falso storico.
Per molto tempo si è creduto che questo strumento di contenimento genitale fosse stato architettato durante il periodo delle Crociate per impedire tradimenti da parte delle mogli dei cavalieri che partivano per la Terra Santa.
In verità è molto improbabile che i cavalieri medievali imponessero alle proprie mogli una cintura di castità. Più plausibilmente, prima di partire, si accoppiavano con le proprie mogli, così da trovare un figlio al proprio ritorno. È, dunque, evidente che la presenza di una cintura di castità avrebbe impedito il parto. Senza, poi, contare l’obiezione molto più semplice: e cioè il fatto che qualunque serratura medievale poteva essere facilmente aperta da un fabbro.
Una invenzione rinascimentale.
Chi ha inventato, dunque, la cintura di castità?
Sebbene l’idea di astinenza sessuale sia antichissima e lo stesso termine latino cingulum castitatis (traducibile appunto con “cintura di castità”) compare a partire dal VI secolo in alcuni testi di Papa Gregorio Magno, Alcuino di York, e molto più tardi San Bernardo di Chiaravalle, la prima rappresentazione di un oggetto che ricordi vagamente una cintura di castità risale al 1405 in un manoscritto, il Bellifortis di Konrad Kyeser, dedicato alla tecnologia militare dell’epoca. Il congegno disegnato è presentato come uno strumento imposto alle donne fiorentine dai mariti gelosi. Ma non risulta nulla del genere nella Firenze del tempo.
Molto probabilmente fu un qualche fantasioso ingegnere del quattrocento che si inventò questo marchingegno immaginario, come spiega il prof Alessandro Barbero nel seguente video: https://www.youtube.com/watch?v=90D46r4noOc
Falsi da museo.
Esemplari di cinture di castità si incominciarono anche a esporre in alcuni musei a partire dal 1840.
Nel museo d’arte medievale di Cluny, per esempio, era stata messo in vetrina una cintura di castità appartenuta alla regina di Francia Caterina de' Medici (XVI sec); ma a inizio 1900 si scoprì che l’oggetto era un falso, fabbricato nel XIX secolo.
Un altro caso simile si verificò al British Museum dove venne a lungo esposta una cintura che si ipotizzava fosse risalente al XVI secolo; ma l’oggetto venne poi datato alla metà dell’800 e, quindi, fatto sparire dall’esposizione al pubblico.
Anche in altri musei si trovano diversi esemplari di cinture di castità; ma oggi si preferisce prudentemente indicarne l'origine dubbia o comunque la fabbricazione recente.
Più recentemente.
Nel XIX secolo, nei paesi anglosassoni, alcune donne utilizzarono davvero le cinture di castità; lo scopo era molto pratico e legato alla propria personale tutela nell’ambiente di lavoro: dal momento, infatti, che le donne si inserivano sempre più in contesti fino ad allora solo maschili (come le fabbriche) la cintura di castità serviva loro per proteggersi dal rischio di stupro.
Un altro utilizzo che se ne fece, specie in epoca vittoriana, riguardò l’ambito educativo: per impedire agli adolescenti di masturbarsi, pratica ritenuta dannosa per la salute e contraria alla morale, venivano loro imposte temporanee cinture di castità.
In seguito, nel XX secolo, questi strumenti di contenimento sessuale sono entrati a far parte dell’oggettistica per pratiche sadomasochiste; in particolare all'interno della comunità BDSM, versioni moderne e sempre più sofisticate dello strumento vengono a tutt’oggi impiegate per quel tipo di dominazione-sottomissione che prevede il controllo della sessualità.
Oggigiorno, vista la grande offerta e varietà di modelli presenti sul mercato, l’uso della cintura di castità come gioco erotico va ben oltre il mondo BDSM e pare essere trasversalmente diffuso.
Incanalare l’energia erotica.
In verità il tema della gestione dell’energia sessuale è un argomento molto antico.
Già alcuni riti greci e orientali prevedevano l’astinenza sessuale temporanea. Ancor oggi in certe ricorrenze religiose viene prescritta. Così come, per poter partecipare a certi ritiri (non sempre di carattere religioso o spirituale) viene richiesto di non fare sesso, anche per alcuni giorni prima dell’inizio dell’incontro. Diverse correnti spirituali richiedono ai loro adepti pratiche ascetiche il cui scopo è trascendere gli istinti e/o i desideri voluttuosi. A volte questo è stato associato a un disprezzo/deprezzamento del corpo. Ma anche correnti quali l’epicureismo (che certamente non predicava la svalutazione dei piaceri) esortavano a contenere gli eccessi, per mantenere un equilibrio (omeostasi) generale che eviti uno spreco di energia (anche erotica).
Al di là delle diverse posizioni e teorie, trovo interessante che l’umanità abbia diffusamente cercato modi, pratiche e anche - recentemente - strumenti per incanalare l’eros.
E, se penso anche alla mia personale esperienza, devo convenire sul fatto che, da quando il Master, con cui sono impegnato in una relazione BDSM, mi ha imposto la cintura di castità, ho iniziato inaspettatamente a provare una grande energia vitale, che prima non avevo.
Sarà una conseguenza del contenimento dell’energia sessuale attraverso la cintura di castità? Sarà la sensazione di essere posseduto anche nella mia genitalità che mi intriga? Sarà la gioia di aver fatto dono al mio Master anche dell’ultimo baluardo in mio possesso? Sarà il sentirmi ora completamente suo? Non lo so. Forse sono tutte queste cose insieme. Sta di fatto che - è innegabile per me - da quando indosso una cintura di castità ho molta, molta più energia vitale.
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